Quali sono i tipi di perdite vaginali e cosa ci dicono sulla nostra salute intima? Le secrezioni vaginali possono essere un disturbo soggettivo o un riscontro oggettivo. Può capitare di lamentare secrezioni eccessive, colorate o anormali e maleodoranti [1].

Il termine viene spesso utilizzato dalle pazienti per riferirsi a qualsiasi disagio vaginale [1]. Molte donne, infatti, a un certo punto della vita percepiscono delle perdite vaginali anomale, ma solitamente si tratta di perdite fisiologiche [2]: bianche o chiare, non offensive e che variano con il ciclo mestruale.

Quali sono le perdite vaginali fisiologiche?

Le perdite vaginali fisiologiche appaiono bianche, trasparenti e filamentose, non hanno odore sgradevole e non si associano a prurito, bruciore e irritazione [3]. Si tratta delle perdite che accompagnano l’ovulazione, a metà circa del ciclo mestruale, ma che possono manifestarsi anche con l’eccitamento sessuale, l’assunzione di contraccettivi orali, la gravidanza e alle volte si manifestano anche nei mesi che precedono la prima mestruazione (il menarca) [3].

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Le perdite vaginali possono diventare più  abbondanti durante l’ovulazione ma anche alcaline e acquose. Se le nostre perdite invece cambiano aspetto, colore e odore, è importante prestare attenzione, soprattutto se sono accompagnate da altri sintomi come dolore, prurito e irritazione.

Quando sono patologiche?

Oltre a quelle fisiologiche, è possibile che in alcuni casi compaiano perdite vaginali patologiche che hanno caratteristiche diverse in base all’agente patogeno che ne rappresenta la causa [3]. Per esempio [3]:

  • Perdite giallognole e cremose (infezione gonoccocica);
  • Perdite schiumose e di color verde-giallo, associate a pruriti e irritazioni (infezione da Trichomonas);
  • Perdite bianche, grigiastre, schiumose, di odore fetido specialmente dopo i rapporti sessuali o l’igiene intima (vaginosi batterica, infezioni da Gardnerella vaginalis);
  • Perdite vaginali modeste ben aderenti alle pareti, associate a pruriti e bruciori intensi, bianche e di consistenza caseosa, simile a un “formaggio a pasta molle” (candidosi);
  • Perdite vaginali muco-purulente, associate a dolori durante i rapporti sessuali (infezioni da Chlamydia o Ureaplasma urealyticum).

Molte di queste condizioni sono tipicamente associate a malattie sessualmente trasmissibili e accompagnate a disturbi della minzione. Oltre a rapporti sessuali promiscui e non protetti, un importante fattore di rischio è dato dall’eccessiva o insufficiente igiene intima, che altera la normale flora vaginale e predispone all’infezione [3].

Fonti:

[1] Bishop GB. Vaginal Discharge. In: Walker HK, Hall WD, Hurst JW, eds. Clinical Methods: The History, Physical, and Laboratory Examinations. 3rd ed. Boston: Butterworths; 1990;
[2]Spence D, Melville C. Vaginal discharge. BMJ. 2007;335(7630):1147-1151. doi:10.1136/bmj.39378.633287.80;
[3] MyPersonalTrainer.