In Italia, c’è ancora poca attenzione al ruolo che le intolleranze alimentari, tra cui quella al lattosio, rivestono nell’assorbimento dei farmaci assunti per via orale, tra cui la pillola contraccettiva. Chi soffre di intolleranze alimentari, infatti, dovrebbe prestare particolare attenzione alla scelta del metodo contraccettivo più adatto. In generale, i mezzi che utilizzano la via orale non sono i più indicati dal momento che non si assicura l’assorbimento corretto del principio attivo.

In particolare, ci sono due grandi tipologie di intolleranze alimentari che si legano al corretto assorbimento dei farmaci: la celiachia, ossia l’intolleranza al glutine, e l’intolleranza al lattosio che consiste nell’incapacità dell’organismo di digerire completamente lo zucchero presente nel latte e nei suoi derivati ed è causata da una presenza insufficiente dell’enzima lattasi.

Ti potrebbe interessare anche: Iperestrogenismo nella donna, di cosa si tratta?

In Italia la celiachia, stando ai dati di dicembre 2019, ha superato le 233mila diagnosi con un’incidenza del 66% nelle donne. Per quanto riguarda l’intolleranza al lattosio, invece, si stima che interessi circa 20 milioni tra uomini e donne, ovvero il 60% della popolazione. Le donne che hanno questo problema manifestano disturbi gastrointestinali, tra cui: nausea, gonfiore, crampi, meteorismo, disturbi intestinali, rash cutanei e alterazione nell’assorbimento dei farmaci

Quali metodi contraccettivi scegliere se si è intolleranti al lattosio?

 

Se si soffre di intolleranze alimentari è importante parlarne con il ginecologo per evitare di utilizzare un metodo contraccettivo inefficace e incorrere così in gravidanze non desiderate. Sicuramente i metodi contraccettivi che utilizzano la via orale non sono i più consigliati per chi soffre di intolleranze perché potrebbe comportare una riduzione dell’assorbimento del principio attivo. Questo perché chi presenta intolleranze alimentari può avere frequenti episodi di diarrea che possono andare a interferire con l’assorbimento del farmaco assunto per via orale.

Senza contare che il lattosio è spesso usato come eccipiente nella pillola stessa. Di conseguenza il minor assorbimento degli ormoni contenuti nella pillola può portare a casi di spotting, piccole perdite scure tra una mestruazione e l’altra, ma in modo particolare a una minor efficacia contraccettiva. Nel caso in cui si soffra di intolleranza al lattosio sarebbe meglio ricorrere, sempre con il parere del medico di competenza, a un contraccettivo che preveda una diversa via di somministrazione e metabolizzazione rispetto a quella orale.

Ti potrebbe interessare anche: Pavimento pelvico: cos’è, come allenarlo e perché è importante per il piacere sessuale

Una valida alternativa è il cerotto transdermico che offre diversi vantaggi clinici per le donne che soffrono di problemi gastrointestinali come intolleranze, sindrome del colon irritabile, morbo di Crohn o anche disturbi del comportamento alimentare.

A differenza di quanto si verifica con i contraccettivi orali, con l’utilizzo del cerotto in caso di vomito e diarrea non viene inficiata l’efficacia contraccettiva poiché l’assorbimento avviene per via transdermica, quindi attraverso la cute. La via transdermica, quindi, rappresenta una soluzione per tutte quelle donne con carenza enzimatica della lattasi. Il cerotto può essere applicato in diverse parti del corpo perché le concentrazioni sieriche di norelgestromina ed etinilestradiolo non differiscono in relazione al sito di applicazione [1].

Fonti:

[1] Bettina Böttcher & Ludwig Wildt (2014) New and emerging contraceptive options: a focus on transdermal contraception, Open Access Journal of Contraception.