Il 2 giugno si celebra la Giornata Mondiale sui Disturbi del Comportamento Alimentare, il World Eating Disorders Action Day, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza dei disturbi alimentari a livello mondiale e come occasione di confronto e aggiornamento tra le varie figure professionali/esperti (medici, psichiatri, psicologi, nutrizionisti).

Si parla infatti sempre più spesso di disturbi alimentari. Questo perché le recenti ricerche epidemiologiche internazionali hanno rilevato un aumento dell’incidenza nel genere femminile, soprattutto nella fascia di età tra i 12 e 25 anni. [1]

Ma vediamo nello specifico in cosa consistono i disordini alimentari.

Cosa sono i disturbi del comportamento alimentare

Il Ministero della Salute definisce i disturbi dell’alimentazione (DA) come “stati patologici complessi frequenti negli adolescenti e nei giovani adulti che possono influire negativamente sullo sviluppo corporeo e sulla salute fisica e psicosociale, comportando, a volte, gravi problemi medici, sia acuti che cronici. I DA, in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating), sono un problema di sanità pubblica di crescente importanza”. [1]

Diversi sono i disturbi del comportamento alimentare, che possono essere classificati in:

  • Anoressia nervosa: un disturbo mentale grave, caratterizzato dalla tendenza, di chi ne soffre, ad assicurarsi un più basso peso corporeo, mediante l’induzione del vomito, una forte restrizione calorica ed un’intensa attività fisica. [2]
  • Bulimia nervosa: chi ne soffre dapprima controlla il peso, diminuendo fortemente la quantità di cibo introdotta e poi inevitabilmente si abbuffa (binge eating). Successivamente, per liberarsi dalla quantità di cibo ingerita, si procura il vomito e/o prende lassativi mettendo in pratica i cosiddetti comportamenti di eliminazione. [3]
  • Disturbo da alimentazione incontrollata o binge eating disorder (BED): si caratterizza per la presenza di episodi di abbuffate, contraddistinte da enormi quantità di cibo ingerite in un piccolo lasso di tempo, senza la reale sensazione di fame. [4]

Occorre sottolineare che, il basso peso non rappresenta un indicatore assoluto per i disturbi alimentari: questi possono essere presenti anche in caso di normopeso, sovrappeso e obesità e possono rappresentarne il fattore responsabile.

Le cause dei disturbi alimentari

Ma da cosa sono scaturiti i disturbi alimentari?

Questi possono colpire chiunque, indipendentemente da razza, età, sesso, peso, background o forma del corpo. E sebbene la causa esatta non sia completamente compresa, la ricerca suggerisce una combinazione di fattori, tra cui: [5]

  • Genetica: gli studi dimostrano che alcuni disturbi alimentari (in particolare anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata) hanno una forte componente familiare.
  • Ambiente: molti ricercatori ritengono che gli standard culturali di bellezza e i media spesso influenzano l’immagine corporea e i disturbi alimentari. Ad esempio, chi cresce con l’immagine di estrema magrezza, come idea/concetto di bellezza, ha maggiori probabilità di sviluppare l’anoressia.
  • Tipo di lavoro: le persone coinvolte nell’ambito della moda, della danza e dello sport, sembra abbiano un rischio maggiore di soffrire di disturbi alimentari.
  • Traumi precedenti: circa il 50% delle persone con disturbi alimentari ha subito almeno un tipo di trauma infantile, come abusi sessuali, emotivi e/o fisici.
  • Tratti della personalità: i disturbi alimentari sono fortemente legati a determinati tratti della personalità, come il perfezionismo, la ricerca di sensazioni, l’impulsività, la dipendenza dalla ricompensa e la passività.
  • Condizioni di salute mentale in comorbilità: molte persone con un disturbo alimentare, molto spesso soffrono di disturbi dell’umore, disturbo depressivo maggiore, disturbo da stress post-traumatico e disturbi d’ansia.

Quali sono i possibili aiuti per chi soffre di disturbi alimentari?

I disturbi alimentari in genere richiedono una combinazione di più tipi di trattamento da parte di un team medico specializzato. Tuttavia, i primi passi possono includere cambiamenti nello stile di vita associati alla psicoterapia. [5]

Cambiamenti nello stile di vita
Prima di tutto è importante rafforzare la fiducia in se stesse, migliorare l’immagine del proprio corpo e trovare l’amore, la gioia e il sostegno che si meritano. Ecco alcuni suggerimenti da cui iniziare:

  • trovare un gruppo di supporto;
  • leggere libri per imparare a migliorare le proprie abitudini alimentari;
  • ripetere affermazioni positive per aumentare la propria autostima;
  • praticare tecniche di mindfulness, come la meditazione e lo yoga;
  • prendersi cura del proprio corpo in modo sano, ricordandosi di dargli la gusta idratazione e il giusto riposo;
  • imparare a gestire lo stress con tecniche di rilassamento ed esercizi di respirazione profonda;
  • sviluppare nuovi interessi o trovare un hobby divertente per distogliere la mente dal cibo e dal peso.

Psicoterapia
Come abbiamo visto, molte persone con disturbi alimentari si servono del cibo per affrontare emozioni negative, stress o traumi. La psicoterapia, individuale o di gruppo, può aiutare a migliorare le capacità decisionali e affrontare qualsiasi condizione di salute mentale in comorbidità.

Fonti
[1] Ministero della Salute: Giornata Mondiale d’azione sui Disturbi dell’Alimentazione 2022
[2] ISSalute: Anoressia nervosa
[3] ISSalute: Bulimia nervosa
[4] ISSalute: Disturbo da alimentazione incontrollata
[5] verywellhealth: Signs and Treatments for Eating Disorders