Di fibromi uterini avrete sicuramente sentito parlare o probabilmente voi stesse ne avete uno.
Ma cosa sono nello specifico?

I fibromi uterini, chiamati anche miomi fibromiomi o leiomiomi, sono tumori benigni che hanno origine dal tessuto muscolare liscio dell’utero (il miometrio); sono costituiti da una componente muscolare liscia e da una componente fibroso-connettivale e appaiono come escrescenze nodulari. Le dimensioni possono andare da pochi millimetri fino a svariati centimetri (10-15 cm) e, nei casi più gravi, arrivare a ricoprire l’intero utero. (1)

Sono classificati in base alla localizzazione all’interno degli strati dell’utero (2):

  • sottomucoso: se a diretto contatto o in grado di protrudere nella cavità endometriale;
  • intramurale: se si sviluppa all’interno della parete muscolare dell’utero;
  • sottosieroso: se cresce deformando i contorni dell’organo, esercitando la compressione sugli organi adiacenti, fino ad assumere un aspetto peduncolato.

Come dicevamo sono molto diffusi, tanto che si manifestano in circa il 70% delle donne di 45 anni, in particolar modo tra le donne con un alto indice di massa corporea. (3)

Quali sono i sintomi?

La sintomatologia che accompagna i fibromi uterini dipende dalle dimensioni ma, soprattutto, dalla sede dei miomi. Spesso, infatti, fibromi anche di grosse dimensioni sono asintomatici. Altre volte, invece, un fibroma di piccole dimensioni, ma collocato, per esempio, all’interno della cavità endometriale, può portare a sintomi importanti.

I sintomi riportati dalle pazienti con maggior frequenza sono (4):

  • mestruazioni abbondanti e/o ravvicinate (con conseguente anemizzazione);
  • dismenorrea (ossia mestruazioni dolorose);
  • dolore pelvico;
  • dolore durante i rapporti sessuali;
  • minzioni più frequenti o sensazione di peso addominale;
  • difficoltà a iniziare o a portare a termine una gravidanza: a questo proposito bisogna ricordare che alcune tipologie di fibromi possono compromettere o condizionare significativamente la gravidanza, ostacolando impianto e sviluppo dell’embrione e arrivando anche al rischio di aborto o inducendo un parto prematuro. Inoltre, in gravidanza alcuni fibromi aumentano di volume, soprattutto nel primo periodo della gestazione e talvolta provocano dolori e, se molto voluminosi, malposizionamenti fetali.

Quali sono le cause?

I fibromi uterini si sviluppano quando una singola cellula del tessuto muscolare liscio dell’utero si riproduce ripetutamente, creando una massa distinta dal tessuto circostante. Le cause che ne sono alla base, però, non sono ancora chiare, anche se si pensa possa giocare un ruolo fondamentale la predisposizione genetica, così come una suscettibilità alla stimolazione ormonale.

I fibromi uterini sono, infatti, ormone-dipendenti, per cui estrogeni e progesterone ne facilitano la crescita. In ogni caso ci sono diversi fattori di rischio che possono contribuire all’insorgenza (1):

  • Familiarità: se si ha una madre con fibromi uterini, il rischio per la figlia di svilupparne a sua volta è di 3 volte maggiore rispetto alla media.
  • Etnia: le donne afro americane sembrano avere un rischio maggiore di sviluppare fibromi, in età inferiore rispetto alle donne di altre etnie, di dimensioni maggiori e con sintomi più gravi.
  • Prima mestruazione precoce (prima dei 10 anni).
  • Assenza di gravidanze in passato: il rischio si riduce a ogni gravidanza, tuttavia anche durante la gestazione, a causa del maggior livello di ormoni circolanti, potrebbero insorgere fibromi o aumentare di dimensioni se già presenti.
  • Alimentazione: consumo elevato di carne rossa (quantità eccessive di ferro rispetto al fabbisogno giornaliero), alcol e caffè, consumo ridotto di frutta e verdura.
  • Stile di vita: sedentarietà e stress.
  • Carenza di vitamina D.
  • Obesità e sovrappeso: in caso di obesità grave si ha un rischio di 2-3 volte superiore alla media poiché c’è un maggiore livello di estrogeni circolanti nel corpo.
  • Pressione arteriosa.
  • Fattori ormonali: ad esempio terapia ormonale sostitutiva, sindrome dell’ovaio policistico, ormoni della crescita, etc.

Come avviene la diagnosi dei fibromi?

La visita ginecologica consente di scoprire la presenza di un fibroma solo se la formazione raggiunge i 5-6 cm e se la donna è abbastanza magra.

In alternativa si ricorre all’ecografia pelvica, esame che utilizza sonde a ultrasuoni, appoggiate sull’addome o inserite in vagina al fine di eseguire uno studio più approfondito dell’apparato genitale interno (utero ed ovaie).

Purtroppo non esistono metodi di prevenzione per evitare la comparsa di fibromi e proprio per questo è fondamentale sottoporsi a controlli periodici dal ginecologo. (5)

Come si curano i fibromi uterini?

Ad oggi, non esiste un trattamento eziologico o preventivo per questa patologia. Molto spesso, infatti, non viene fatta terapia e la paziente viene monitorata con delle visite ginecologiche per verificare che il fibroma non cresca di dimensioni.

L’intervento terapeutico è richiesto, invece, esclusivamente per quei fibromi che provocano una sintomatologia importante o di grandi dimensioni. Ci sono attualmente diversi tipi di interventi chirurgici (Isterectomia, Miomectomia) e l’embolizzazione delle arterie uterine.

Tra i farmaci usati in caso di fibroma uterino vi sono invece i progestinici, gli analoghi del GnRH e gli SPRM (Modulatori Selettivi del Recettore del Progesterone) le cui terapie e accesso alle cure vengono stabilite dal medico in base alle caratteristiche del fibroma.
Il trattamento però varia molto a seconda della paziente, età, desiderio di gravidanza, numero dei fibromi e dimensioni, per cui ogni terapia deve essere pensata e valutata dal medico a seconda della paziente. (5)

Fonti

1. Nurse24.it: Fibromi uterini: sintomi, cause e trattamento
2. HealthyTheWom.it: Fibroma uterino: sintomi, gravidanza, utero, cure
3. Manuale MSD: Fibromi uterini
4. Humanitas: Fibromi uterini
5. Farmares: Fibromi uterini: cause, sintomi e rimedi naturali