Le mestruazioni sono terminate già da un pò, eppure continuate a perdere sangue? Non si tratta di perdite abbondanti, come avviene nei giorni del ciclo mestruale, ma di piccole perdite, più simili a macchie – spot, appunto – che compaiono tra un ciclo e l’altro in maniera inaspettata e irregolare. Per questa ragione, tale fenomeno viene denominato spotting. (1)

In questo articolo cercheremo di capire quali sono i sintomi principali e le cause che lo determinano.

Quali sono i sintomi principali?

Il ciclo mestruale dura in media tra i 21 e i 36 giorni. Durante questo periodo, il corpo si prepara all’arrivo di un ovulo fecondato, causando l’ispessimento dell’endometrio e il picco dei livelli di estrogeno e progesterone.

Tuttavia, quando l’ovulo non viene fecondato, il rivestimento dell’utero viene espulso. Questo fenomeno si chiama mestruazione. Se l’emorragia persiste anche dopo una settimana, ossia dopo il ciclo vero e proprio, allora si parla di spotting. Queste perdite sono in genere molto meno abbondanti e si verificano tra un ciclo e l’altro. In genere sono di colore marrone, o comunque scure, e il più delle volte, non provocano dolore, a differenza delle mestruazioni. (2)

Nella maggior parte dei casi, la colpa è da imputare ai livelli di progesterone ed estrogeni. Tuttavia, se questo fenomeno accade frequentemente e in abbondanza, si definisce metrorragia e impone il consulto di uno specialista per accertarne le cause, attraverso opportuni esami diagnostici. (2)

Per evitare spiacevoli sorprese, specie se ne siete soggette, cercate sempre di portare con voi protezioni igieniche, che possono salvarvi in caso di perdite improvvise: un assorbente usa e getta, uno lavabile o una coppetta mestruale, sempre più usata dalle donne. Scegliete ciò che più vi si addice e vi permette di essere a vostro agio nel caso doveste avere le classiche perdite marroni tipiche dello spotting.

Le cause dello spotting

Le cause dello spotting vengono classificate in:

  • cause disfunzionali: sono alterazioni ormonali dovute a stress, obesità, disturbi alimentari (bulimia e anoressia), premenopausa e scorretto inserimento della spirale;
  • cause organiche: rappresentate da cisti ovariche, polipi e fibromi, da ectopia della cervice, da endometriosi e da vaginosi e vaginiti; lo spotting viene segnalato anche frequentemente nelle donne che iniziano ad assumere un contraccettivo ormonale (pillola, anello o cerotto), specie nel primo mese di assunzione. (3)

Cause disfunzionali dello spotting

L’individuazione della principale causa responsabile dello spotting, risulta essenziale per il corretto approccio diagnostico: a tal proposito, l’esclusione di possibili fattori di origine organica indirizza il medico verso la terapia più opportuna per la paziente.

  • Lo stress: può essere causa di perdite ematiche, conseguenti alle irregolarità ormonali indotte. Lo stress, infatti, causa un eccessivo e cronico aumento dell’adrenalina e del cortisolo, gli ormoni che il nostro organismo produce in quantità maggiore nelle situazioni “di emergenza”. Se l’increzione di tali ormoni in quantità eccessive tende ad essere persistente, ci sono ripercussioni sull’ipotalamo, la ghiandola che regola le funzioni fisiologiche del corpo, compresa la produzione di progesterone, l’ormone che stabilizza il ciclo mestruale. (4)
  • Il comportamento alimentare errato: disturbi del comportamento alimentare rappresentano ulteriori cause disfunzionali che gravano ulteriormente alla comparsa dello spotting: le diete drastiche, l’anoressia, la bulimia, il sovrappeso e l’obesità alterano il fisiologico funzionamento ipotalamico, favorendo lo spotting ed altri disturbi mestruali. Seguire le regole dettate dalla buona educazione alimentare aiuta a prevenire questo genere di disturbi: dunque, gli eccessi e le carenze nutrizionali devono essere evitati, poiché rappresentano un pericolo considerevole per l’organismo. (4)

Cause organiche dello spotting

Tra i principali fattori di natura organica che provocano spotting si ricordano:

  • Vaginosi e vaginiti: Lo spotting ripetuto aumenta il pH vaginale, ossia il grado di acidità presente in vagina, facilitando così l’insorgenza di vaginosi e vaginiti. Questi disturbi si sviluppano quando l’alterazione del pH modifica drasticamente l’ecosistema vaginale, ossia l’insieme dei microrganismi che si trovano nella vagina e la proteggono dai germi esterni. A loro volta, le vaginosi e le vaginiti possono facilitare le microabrasioni della mucosa, specialmente dopo i rapporti, predisponendo la donna all’insorgenza dello spotting. (5)
  • Endometriosi e cisti ovariche: Altra causa organica che condiziona notevolmente la manifestazione dello spotting è l’endometriosi, un dolorosissimo disturbo femminile caratterizzato dalla presenza di tessuto endometriale in sedi extra-uterine (endometrio ectopico), come ad esempio nelle tube di Falloppio, nell’ovaio e nel collo dell’utero. Nonostante il tessuto endometriale sia localizzato in sedi dove non dovrebbe esserci, rimane comunque sensibile agli stimoli ormonali ovulatori, per cui l’endometrio ectopico subisce le medesime alterazioni dell’endometrio uterino. L’endometrio ectopico determina anche irregolarità mestruali consistenti e spotting, provocato da una notevole modulazione ormonale data, principalmente, dallo sfaldamento dell’endometrio.
    Quando lo spotting coincide con l’ovulazione ed il fenomeno si ripete per più cicli, la donna dovrebbe rivolgersi tempestivamente al ginecologo, poiché potrebbe essere affetta da cisti ovariche. (5)
  • Fibromi e polipi: Tra le possibili cause delle perdite di sangue intermestruali ci sono anche i fibromi e i polipi, due diversi tipi di tumore benigno. Il fibroma è un tumore benigno della parete muscolare dell’utero, detta miometrio. I polipi sono invece una proliferazione benigna di cellule della mucosa dell’endometrio o dell’endocervice. (5)
  • Lesioni precancerose: Lo spotting può anche essere il sintomo di lesioni più serie. Se ci sono lesioni precancerose, infatti, il primo campanello d’allarme sono proprio le piccole perdite fra una mestruazione e l’altra. Per questo – lo sottolineiamo ancora una volta – è importante non sottovalutare il fenomeno e sottoporsi ogni anno a un controllo ginecologico completo. (3) Quando le perdite si presentano dopo un rapporto sessuale o colpiscono donne non più in età fertile, è fondamentale eseguire subito un controllo ginecologico per escludere la presenza di formazioni polipoidi a carico del collo dell’utero, dell’endometrio o la presenza di alterazioni pre-neoplastiche o neoplastiche genitali. (5)
  • Gravidanza: Con l’istaurarsi della gravidanza, possono verificarsi le così dette perdite da impianto che sono delle perdite di sangue simili alla mestruazione che si presentano nel 6-7% delle gravidanze iniziali e coincidono con il momento in cui l’embrione si impianta nella parete interna dell’utero, chiamata endometrio. Quando l’ovulo si annida nell’endometrio può capitare che alcuni vasi sanguigni si rompano, provocando uno spotting ematico da impianto, che non deve assolutamente preoccupare la futura mamma. Si tratta di un processo assolutamente normale e fisiologico conseguente alla fecondazione dell’ovulo e al suo annidamento nell’utero. (2)
  • Menopausa precoce e anticipata: rappresentano due cause organiche di spotting assai diffuse. L’alterazione ormonale tipica del periodo pre-menopausale potrebbe giocare brutti scherzi e provocare spotting; l’organismo di ogni donna risponde in maniera del tutto soggettiva alle alterazioni estrogeniche e progestiniche. (3)

Contraccezione e spotting

Perdite marroni tra un ciclo e l’altro possono comparire come effetto collaterale dei metodi contraccettivi ormonali come pillola, anello e cerotto.

Nei primi mesi di assunzione di contraccettivi ormonali la comparsa di spotting è considerata come normale risposta dell’organismo all’assunzione di ormoni estrogeni e progestinici.

La somministrazione di estrogeno e progesterone in continuo, invece che con la sequenzialità cui è abituato il corpo, rende l’endometrio (il cuscinetto che riveste le pareti interne dell’utero) più instabile provocando sanguinamenti anche in giorni diversi da quelli in cui si dovrebbe verificare il ciclo.

Normalmente l’organismo si adatta al nuovo equilibrio in pochi mesi, ma se le perdite marroni persistono per più di tre/quattro mesi dall’inizio della terapia ormonale, può essere necessario parlarne con il proprio ginecologo, per valutare il dosaggio ormonale dell’anticoncezionale che si sta assumendo, perché potrebbe non essere adeguato. (6)

Cosa fare in caso di spotting

Lo spotting va visto come un “sintomo amico”, che ci porta ad ascoltare ciò che nel nostro corpo, in quel momento, non funziona come dovrebbe. Per questo non va sottovalutato né trascurato, e tantomeno “autodiagnosticato”, ma compreso e curato, con il ginecologo/a di fiducia. Sarà lui o lei ad individuarne la causa scatenante. (7)

FONTI

[1] Spotting
[2]Spotting: sintomi e cause principali
[3] Spotting o sanguinamento da ciclo mestruale?
[4] Le cause disfunzionali dello spotting
[5] Le cause organiche dello spotting
[6] Perdite marroni: cosa ti dice il tuo corpo?
[7] Lo spotting: le cause organiche