Siamo convinte di essere state attente e invece succede quell’inconveniente che manda all’aria tutte le nostre certezze. In questo caso c’è una sola cosa per evitare una gravidanza indesiderata: la contraccezione d’emergenza.

La differenza tra pillola anticoncezionale e “pillola del giorno dopo” l’abbiamo già affrontata nella nostra Guida alla Pillola, ma ora vediamo nello specifico tutte le caratteristiche e come funziona la contraccezione d’emergenza. 

Come si usa la pillola del giorno dopo?

La “pillola del giorno dopo” fa parte dei contraccettivi di emergenza (CE) di tipo farmacologico e usata tempestivamente ha lo scopo di evitare una gravidanza indesiderata dopo un rapporto sessuale non protetto o non protetto adeguatamente [1].

Il termine “emergenza” sottolinea che questa forma di contraccezione deve rappresentare una misura occasionale e non sostituire un regolare metodo contraccettivo. Non si tratta, infatti, di una pillola che può essere assunta dopo ogni rapporto sessuale [1].

Attualmente in Italia sono disponibili diverse preparazioni farmaceutiche, contenenti due diversi principi attivi che agiscono sull’equilibrio ormonale bloccando o ritardando l’ovulazione, cioè il rilascio dell’ovulo dalle ovaie. I principi attivi sono (2):

  • Levonorgestrel (progestinico) o “pillola del giorno dopo”: il principio attivo, ovvero una composizione ormonale progestinica, si ritrova anche in altri tipi di farmaci, compresa la pillola contraccettiva, ma come “pillola del giorno dopo” viene assunto a un dosaggio superiore entro le 72 ore dal rapporto a rischio. In Italia, viene commercializzato sottoforma di unica compressa da 1,50 mg o di due compresse da 0,75 mg da assumere contemporaneamente;
  • Ulipristal Acetato (modulatore selettivo del recettore del progesterone) o “pillola dei cinque giorni dopo”: risulta efficace fino a 120 ore dal rapporto potenzialmente a rischio. Pur essendo il meccanismo di azione analogo al Levonorgestrel, l’Ulipristal Acetato è in grado di spostare l’ovulazione anche dopo che il processo che conduce all’ovulazione è già iniziato.

Dobbiamo anche precisare che la “pillola del giorno dopo” non è un metodo abortivo, poiché non ha alcun effetto sull’impianto dell’embrione e non impedisce l’accesso dello spermatozoo all’interno dell’ovulo. Dunque, la pillola abortiva, nota come RU-486, non ha nulla a che vedere con la “pillola del giorno dopo”: quest’ultima non interrompe la gravidanza, ma la impedisce e di conseguenza non può essere considerata abortiva [3].

Come “contraccettivi di emergenza ormonali”, sia la “pillola del giorno dopo” sia la “pillola dei cinque giorni dopo” devono essere assunte il prima possibile, in quanto la loro efficacia è massima (95%) nelle 24 ore successive al rapporto al rischio [4].

È, inoltre, necessario utilizzare un altro metodo contraccettivo di supporto, come ad esempio il preservativo, fino alla comparsa delle mestruazioni e poi tornare ad usare quello consueto [1].

La pillola del giorno dopo, come funziona?

Ma come funziona la contraccezione d’emergenza? I contraccettivi d’emergenza ormonali agiscono solo prima dell’ovulazione, spostandola in avanti nel tempo o inibendola, ed impedendo quindi che si possa verificare la fecondazione [4].

Non esiste un momento del ciclo esente dal rischio di gravidanza, specialmente se i flussi sono irregolari e dunque non esiste un momento in cui, a seguito di un rapporto sessuale non protetto, sia inutile l’assunzione del contraccettivo di emergenza [4].

Il funzionamento della “pillola del giorno dopo” non è affatto semplice, tutt’altro: il meccanismo d’azione appare piuttosto complesso ed articolato. Come dicevamo, la “pillola del giorno dopo” è in grado di arrestare l’ovulazione, nel caso questa non sia ancora avvenuta. In secondo luogo, il contraccettivo d’urgenza è in grado di ostacolare il passaggio degli spermatozoi verso l’utero e le tube, alterando la funzionalità degli stessi. In ultimo la “pillola del giorno dopo” impedisce la fecondazione di un ovulo già rilasciato: in simili frangenti, è negato l’incontro tra lo spermatozoo e la cellula uovo [3].

Nello specifico agisce a livello del collo dell’utero, rendendo il muco cervicale inadeguato al trasporto degli spermatozoi all’interno dell’utero e agisce anche sulla mobilità delle ciglia delle cellule tubariche, ritardando la mobilità degli spermatozoi [5].

Tuttavia, una volta assunta la “pillola del giorno dopo” troppo tardi (quindi, dopo le 72 ore dal rapporto a rischio), questa non ostacola in alcun modo la crescita e il corretto sviluppo dell’embrione [3].

Se il rapporto ha avuto luogo nelle ore o nei giorni che precedono l’ovulazione, sia levonorgestrel che l’ulipristal acetato sono in grado di impedire la fecondazione [1]. Al contrario, se il rapporto ha avuto luogo quando il processo che conduce all’ovulazione è già iniziato, il levonorgestrel non ha effetto, mentre l’ulipristal acetato è in grado di posticipare l’ovulazione di alcuni giorni [1].

Se il processo di impianto è invece già iniziato il farmaco non può più essere efficace [1].

Effetti collaterali della pillola del giorno dopo

Gli effetti collaterali associati all’assunzione di questi farmaci sono rari e, per lo più, di modesta entità. Per quello che riguarda la “pillola del giorno dopo”, il più comune effetto collaterale è la nausea che, in rari casi, può essere accompagnata da vomito. Con minore frequenza si può verificare un lieve ritardo del successivo ciclo mestruale e/o una modificazione della sua durata e quantità. Raramente si possono presentare ipersensibilità mammaria, spotting (sanguinamento vaginale al di fuori del periodo del ciclo mestruale), mal di testa, dolore allo stomaco, diarrea, vertigini e stanchezza [2].

Anche “la pillola dei cinque giorni dopo” risulta, generalmente, ben tollerata: la maggior parte delle donne non riscontra nessun effetto secondario. Il disturbo più comune è una lieve alterazione della regolarità mestruale (che può comparire in anticipo o in ritardo, fino a un massimo di 7 giorni) e della abbondanza del flusso. Alcune donne potrebbero riscontrare anche mal di testa, nausea, dolori all’addome e alle pelvi, vomito, affaticamento e vertigini [2].

In particolare, per i contraccettivi di emergenza a base di levonorgestrel [4]:

  • non vi sono rischi di sovradosaggio (le confezioni contengono solo le compresse necessarie);
  • non vi sono rischi di malformazioni nell’embrione o nel feto nel caso in cui l’ovulazione sia già avvenuta;
  • il dosaggio è identico in tutte le donne e le istruzioni sono semplici e facili da seguire;
  • il rapporto non protetto è l’unica indicazione alla terapia e l’identificazione di questo rischio non richiede competenze professionali;
  • non è necessario un monitoraggio della terapia e l’intervento del medico non ne aumenta l’efficacia;
  • la sicurezza è maggiore rispetto a quella di altri prodotti da banco assai diffusi, come l’aspirina o l’ibuprofene.

Gli effetti collaterali della pillola del giorno dopo

La pillola del giorno dopo funziona sempre?

L’efficacia di entrambi i tipi di farmaci dipende dalla tempestività con cui vengono assunti: sarà tanto maggiore quanto prima si inizia il trattamento dopo un rapporto non protetto. Pertanto, le compresse vanno assunte nel più breve tempo possibile, preferibilmente entro 12 ore dal rapporto e non oltre le 72 ore (3 giorni) per il Levonorgestrel e 120 ore (5 giorni) per l’Ulipristal Acetato [2].

Va ricordato che tali farmaci intervengono nella fase pre-ovulatoria (quando la probabilità della fecondazione è più elevata) ma non sono efficaci quando l’ovulazione è già avvenuta e si è verificato l’impianto dell’ovulo fecondato, ragion per cui la loro efficacia nel prevenire una gravidanza non raggiunge il 100% [2].

Per “la pillola del giorno dopo”, l’assunzione del farmaco entro le prime 24 ore dal rapporto a rischio garantisce una efficacia fino al 95% e scende fino ad annullarsi dopo le 72 ore. Invece, l’efficacia riportata per “la pillola dei 5 giorni dopo” arriva al 98% entro i primi 3 giorni [2].

Pillola del giorno dopo, quante volte si può prendere?

Non esiste una risposta universale e valida per tutte a questa domanda. Sul foglietto illustrativo è riportata l’indicazione di non prendere la “pillola del giorno dopo” più volte nell’arco di uno stesso ciclo mestruale, perché vorrebbe dire assumere una quantità di progestinici estremamente elevata in breve tempo e questo potrebbe avere ripercussioni importanti sulla regolarità del ciclo mestruale.

È sconsigliabile anche assumere la “pillola del giorno dopo” per più mesi consecutivi. L’abolizione dell’obbligo di prescrizione medica, infatti, non dovrebbe far pensare che se ne possa fare un uso abituale, al pari dei contraccettivi ormonali.

In assoluto, comunque, ogni donna è libera di decidere quante volte prendere la “pillola del giorno dopo” nel corso della sua vita, essendo però consapevole degli effetti collaterali e della reazione del proprio corpo all’assunzione di questo farmaco [6].

Come ottenere la pillola del giorno dopo?

Da qualche anno ottenere la contraccezione d’emergenza è diventato molto più semplice. 

Con la determina AIFA n. 219 dell’1 febbraio 2016 è stato infatti soppresso l’obbligo di prescrizione per la “pillola del giorno dopo”, per le donne italiane maggiorenni, mentre per quanto riguarda le ragazze minorenni è necessaria la prescrizione “non ripetibile”, cioè da rinnovare ogni volta che si rende necessaria [2].

Se si è minorenni è possibile reperire una prescrizione per la “pillola del giorno dopo” [4]:

  • In Pronto Soccorso, aperto 24 ore su 24 tutti i giorni della settimana;
  • in un Consultorio pubblico, negli orari di apertura previsti;
  • dal proprio medico di base;
  • nei festivi e prefestivi, dalla Guardia medica.

FONTI

[1] Ministero della Salute: Contraccezione di emergenza
[2] doveecomemicuro.it: Pillola del giorno dopo: dove comprarla e come funziona
[3] myPersonalTrainer: Pillola del Giorno Dopo
[4] Associazione Luca Coscioni: Pillola del giorno dopo
[5] Lines: Pillola del giorno dopo: come funziona?
[6] Lines: Pillola del giorno dopo: si può prendere più volte?