Capita spesso, quando si assume una terapia antibiotica per trattare un’infezione, di pensare che questa possa “uccidere” sia i batteri buoni che quelli cattivi.

La terapia antibiotica, infatti, può avere un impatto significativo sulla nostra flora batterica saprofita (normalmente presente, non patogena). A livello vaginale, ad esempio, è possibile che vengano distrutti anche i lactobacilli, i maggiori batteri benefici che contribuiscono a mantenere un ambiente vaginale sano.

Gli antibiotici, infatti, possono disturbare l’equilibrio naturale della flora vaginale e favorire la crescita eccessiva di organismi nocivi come lieviti e batteri. Recentemente, a tal proposito, si sente sempre più parlare di probiotici, ma sono davvero così efficaci in questi casi? Vediamo insieme cosa è emerso da un recente studio.

Antibiotici e infezione da lieviti: la candida

Se ormai risaputo che c’è un rapporto diretto tra l’utilizzo di antibiotici e infezione da lieviti, quali Candida Albicans, responsabile di un fenomeno quale la “disbiosi vaginale”.

Nel 33% delle donne può essere sufficiente un unico ciclo di cura antibiotica a scatenare una Candida molto aggressiva!

Inoltre, il 28% delle giovani donne che in Italia si rivolgono agli ambulatori pubblici ospedalieri per una visita hanno un’infezione da Candida: questo dato parla da solo sulla frequenza e l’importanza del problema. Questo germe, normalmente presente in ognuno di noi in forma “dormiente”, in presenza di fattori scatenanti, quali gli antibiotici, ma anche le diete ricche di lieviti e zuccheri del tipo glucosio, passa alla forma vegetativa, molto virulenta, chiamata “ifa”, da cui dipendono tutti i sintomi che la donna avverte. [1]

Antibiotici e infezione da batteri: la vaginosi batterica

Le infezioni da batteri, invece, causano la cosiddetta vaginosi batterica (VB) che non è altro che un’alterazione nell’equilibrio batterico o una proliferazione eccessiva dei batteri normalmente presenti nella vagina. Non è considerata un’infezione vaginale, ma può causare sintomi simili. [2]
I batteri anaerobici, principali responsabili della vaginosi batterica sono la Gardnerella vaginalis; l’Atopobium vaginae; l’Ureaplasma urealyticum e il Mycoplasma hominis.

La VB, oltre a essere dovuta alla perdita degli effetti protettivi dei Lactobacilli, è caratterizzata da un aumento del pH vaginale e quindi di un ambiente alcalino: rappresenta la causa più comune di secrezione vaginale nelle donne in età fertile, circa il 30% di tutte le cause. (3)
Il pH nella vagina, infatti, è solitamente acido e le infezioni possono alterarlo. Se l’acidità della vagina diminuisce, il numero di lattobacilli si riduce; mentre aumenta quello dei batteri che possono provocare infiammazione. [2]

La VB è associata a significativi esiti avversi per la salute, tra cui un’aumentata suscettibilità alle infezioni sessualmente trasmissibili, alle infezioni urogenitali, alla malattia infiammatoria pelvica e a un aumentato rischio di gravidanza non fisiologica. (3)

Sebbene non se ne conosca la precisa eziologia, quel che è certo è che le recidivanti, cioè le re-infezioni sono frequenti.
In caso di VB è raccomandata la prescrizione di antibiotici come metronidazolo (orale o vaginale) o clindamicina (vaginale). Inoltre, uno studio dimostra che assumere probiotici in associazione agli antibiotici per curare la VB, sia la migliore terapia per eradicarla. (4)

Probiotici, un valido aiuto per la cura della vaginosi batterica?

Alla luce di tutto ciò, un team di ricercatori ha studiato la possibile associazione tra il trattamento con antibiotici o probiotici della vaginosi batterica e la diversità del microbiota vaginale nelle donne.

Nello studio sono state coinvolte 115 donne, tra cui 30 pazienti sane, 30 affette da VB, 30 con VB trattate con un regime di metronidazolo per 7 giorni e 25 con VB trattate con un regime di probiotici di 10 giorni, che sono stati analizzati per determinare l’efficacia e la disparità di diversità e la ricchezza del microbiota vaginale.

Risultati
Le visite di controllo dopo 5 e 30 giorni hanno mostrato un maggior tasso di cura della VB nelle donne con i probiotici rispetto ai soggetti trattati con metronidazolo.

Il trattamento con metronidazolo ha ridotto la diversità delle popolazioni e sradicato la maggior parte dei ceppi batterici associati alla VB; mentre i probiotici hanno soppresso solo la crescita eccessiva e ripristinato l’omeostasi vaginale in maniera graduale e costante. [4]

Sia il metronidazolo intravaginale a 7 giorni che i probiotici intravaginali a 10 giorni hanno una buona efficacia contro la VB; ma i probiotici hanno mantenuto il microbiota vaginale normale per periodi più lunghi di tempo grazie al ripristino efficace e costante. [4]

Conclusioni

Quindi assumere antibiotici può alterare la nostra flora batterica vaginale (e intestinale); ma è anche vero che il suo utilizzo diventa necessario laddove sia presente un’infezione. Quindi gli antibiotici, che ne siano la causa o la cura per infezioni da patogeni, è importante assumerli con criterio.

Ecco, quindi, alcuni suggerimenti per prevenire e intervenire nella maniera corretta:

  • Limitare il più possibile l’uso di antibiotici: laddove necessario, evitare l’uso eccessivo per ridurre al minimo l’alterazione della flora vaginale.
  • Integrare probiotici specifici per la flora vaginale durante e dopo la terapia antibiotica può aiutare a ristabilire l’equilibrio dei batteri benefici.
  • Seguire un’alimentazione equilibrata: una dieta ricca di zuccheri e di fibre può supportare la crescita dei batteri benefici.
  • Monitoraggio dei sintomi: se dopo l’assunzione di antibiotici si verificano sintomi di infezione da lieviti, come prurito, scarico anormale o irritazione, consultare un medico per un trattamento appropriato.

In generale, è importante prestare attenzione alla salute della flora vaginale durante e dopo la terapia antibiotica per prevenire la disbiosi e le complicanze ad essa correlate.

Riconosciamo quindi l’importanza terapeutica e l’evoluzione scientifica presente dietro alla scoperta degli antibiotici e al fine di ottimizzarne il più possibile i risultati terapeutici, dobbiamo adottare alcuni accorgimenti. Perché, ricordiamo che l’uso corretto è fondamentale per la nostra salute; l’abuso invece potrebbe finire con il non proteggerci più, instaurando la cosiddetta antibiotico resistenza.

Fonti:

[1] Alessandra Graziottin: Candida: attenzione agli antibiotici
[2] MSD: Panoramica sulla vaginite (infezione o infiammazione vaginale)
[3] Abou Chacra L. et al., Bacterial Vaginosis: What Do We Currently Know?
[4] Ling Z. et al., The restoration of the vaginal microbiota after treatment for bacterial vaginosis with metronidazole or probiotics.