L’eccessivo aumento di peso durante la gestazione può essere associato alle complicanze della gravidanza a breve e a lungo termine, sia per la madre che per il nascituro.

Per la madre, esiste un rischio maggiore di diabete gestazionale, ipertensione gestazionale, parto cesareo, aumento di peso postpartum, preeclampsia, obesità a lungo termine e future comorbilità come diabete e malattie cardiovascolari. Le complicanze per il nascituro includono un aumento del rischio di mortalità neonatale, parto pretermine e un maggior rischio di obesità infantile.

Sebbene durante la gravidanza sia raccomandato seguire una dieta sana e fare una regolare attività fisica e numerosi studi abbiano dimostrato che questo stile di vita riduce il rischio di complicanze, le donne stentano a seguire questi suggerimenti. Solo tra il 15%–38% delle donne in gravidanza segue le linee guida sull’attività fisica e risulta addirittura che fino al 60% delle donne è completamente inattivo durante la gravidanza.

Obiettivi e disegno dello studio

Gli obiettivi di questo studio sono stati capire il punto di vista delle donne sulla nutrizione e l’attività fisica durante la gravidanza e descrivere gli ostacoli che possono influenzare negativamente la scarsa attenzione verso queste tematiche.

Lo studio ha preso in esame i dati di diversi focus group condotti con donne in gravidanza sane tra la 16esima e 24esima settimana di gestazione. Ciò che si valutava era appunto la probabilità di raggiungere un aumento di peso gestazionale ottimale (GWG) attraverso l’attività fisica e un intervento nutrizionale specifico introdotto all’inizio della gravidanza. Anche il gruppo di controllo è stato invitato ugualmente a partecipare a dei focus group tra la 16esima e la 24esima settimana di gestazione.

I focus group avevano una durata di 30-60 minuti e sono stati registrati tutti gli audio ottenuti. Le domande a risposta aperta presenti nell’intervista sono state utilizzate per esplorare le esperienze delle partecipanti relative all’alimentazione durante la gravidanza, all’attività fisica e all’aumento di peso. Delle 122 donne arruolate nel gruppo controllo, 66 hanno partecipato a focus group, con un tasso di partecipazione del 54%.

Che comportamenti hanno prevalentemente le donne?

Tutte le donne hanno descritto che destreggiarsi tra le loro responsabilità quotidiane, compreso il lavoro e gli altri figli, significava fare delle scelte e dare delle priorità. Alcune hanno quindi dato priorità all’alimentazione e all’attività fisica rispetto ad altri interessi, citando spesso la salute del bambino come motivazione principale. Altre donne, pur comprendendo l’importanza dell’attività fisica e di un’alimentazione sana, sentivano che i loro altri doveri avevano la precedenza. Altre hanno citato anche l’aspetto economico perché abbonamenti in palestra o per altre attività specifiche (yoga, pilates) possono essere costose.

Le donne che seguivano già uno stile di vita sano (attività fisica e una buona dieta) avevano maggiori probabilità di continuare con queste buone abitudini durante la gravidanza. Alcune di loro che pensavano fosse un beneficio anche per il nascituro lo hanno descritto come una fonte di motivazione. Tuttavia, c’erano alcune donne che non pensavano che i comportamenti sani potessero influire sulla salute del loro bambino.

Si è inoltre scoperto che le donne che hanno partecipato avevano una conoscenza generale delle linee guida nutrizionali; tuttavia, spesso non riuscivano a metterle in pratica, non conoscendo effettivamente le quantità che potevano assorbire mangiando diverse porzioni di diversi alimenti.

Che ruolo hanno gli operatori sanitari?

Le partecipanti hanno descritto esperienze contrastanti nel ricevere consigli sulla salute dagli operatori sanitari. Alcune donne hanno raccontato di professionisti che le hanno aiutate a raggiungere comportamenti sani attraverso conversazioni approfondite e continue sulla nutrizione durante la gravidanza e hanno ricevuto informazioni e supporto. Allo stesso tempo, altre donne hanno segnalato una mancanza di consulenza da parte del loro medico in merito all’alimentazione e all’attività fisica.

Era piuttosto comune la distribuzione di opuscoli e avere l’opportunità di fare delle domande, ma spesso le donne non sentivano di ricevere una consulenza approfondita sulle loro abitudini esistenti e su quali comportamenti sono necessari per cambiare o essere modificati.

Ambiente esterno, il ruolo del web

La qualità e la disponibilità di informazioni e risorse sull’attività fisica in gravidanza sono state descritte come una barriera che impedisce alle donne di essere attive. Le donne hanno riferito più comunemente di utilizzare siti Web, libri, app telefoniche e corsi prenatali come fonti di informazioni.

Sebbene le partecipanti abbiano trovato molte risorse riguardanti la nutrizione in gravidanza, le risorse sulla quantità e sui tipi di attività fisica che sono sicure e raccomandate durante la gravidanza erano difficili da trovare e limitate sia in quantità che in qualità.

Le raccomandazioni nutrizionali erano confuse, poco chiare o addirittura contraddittorie, in particolare a causa della frequenza percepita con cui le “regole” cambiavano. Ad esempio, le linee guida nutrizionali sono state fonte di confusione per molte donne che hanno cercato di interpretare i fabbisogni vitaminici, i cibi da evitare e le esigenze di porzioni extra. In particolare, il pesce era una delle principali fonti di confusione, con molte donne incerte se evitarlo a causa dei rischi di assunzione eccessiva di mercurio e contaminazione alimentare o aggiungerlo alla loro dieta per i benefici degli omega-3.

Valutare la credibilità delle informazioni è stata un’altra barriera segnalata dalle partecipanti, in particolare quando si utilizza Internet. Era difficile per le donne sapere quali fonti fossero basate su prove affidabili. Alcune risorse erano più facili da usare di altre, il che ha influito sulla capacità delle donne di comprenderle e utilizzarle correttamente. Altre risorse erano invece di difficile accesso.

Conclusioni

I risultati di questo studio evidenziano le barriere che le donne in gravidanza devono affrontare quando tentano di intraprendere un’alimentazione sana e attività sportiva in gravidanza:

  • difficoltà ad attuare i consigli contenuti nelle linee guida;
  • difficoltà a capire che tipo di attività fisica poter fare;
  • consulenza di operatori sanitari che può risultare inefficace.

Vi lasciamo un articolo del nostro blog che vi aiuterà a seguire una dieta sana durante la dolce attesa 😉

Fonti
Grenier LN et al., Be Healthy in Pregnancy: Exploring factors that impact pregnant women’s nutrition and exercise behaviours.