La scoperta della contraccezione ormonale agli inizi degli anni 60 ha rivoluzionato il modo di vivere la propria sessualità e ha permesso alle donne un controllo assolutamente nuovo sui propri ritmi biologici.

Tuttavia, i benefici della pillola contraccettiva si estendono al di là del solo controllo del concepimento. Negli anni, infatti, si sono aggiunte numerose evidenze scientifiche relative al ruolo terapeutico e preventivo in numerose situazioni cliniche.

Nello specifico, le sue proprietà extra-contraccettive possono essere utili in diversi ambiti, tra cui i sintomi del ciclo mestruale. (1)

Tali benefici sono poco noti alla gran parte delle donne informate, invece, spesso in maniera allarmistica e superficiale, solo relativamente ai rischi connessi all’uso dei contraccettivi ormonali.

L’insieme dei vantaggi che si possono ottenere dalla contraccezione, in assenza di controindicazioni, crea un rapporto rischio/beneficio assolutamente favorevole. (2)

In quest’articolo cercheremo di capire quali sono i benefici extra-contraccettivi di questo comune metodo anticoncezionale.

Dismenorrea e pillola

Durante le gare di nuoto alle Olimpiadi di Rio del 2016, la nuotatrice cinese Fu Yuanhui dichiarò che la sua modesta prestazione atletica era stata causata dal sanguinamento mestruale iniziato la notte precedente la gara. La testimonianza della campionessa sottolinea come per molte donne la mestruazione rappresenti un’esperienza dolorosa e invalidante. (4)

Un recente studio svedese ha dimostrato che la pillola anticoncezionale può svolgere anche un’azione analgesica per i dolori del ciclo mestruale, data la sua capacità di diminuire la produzione di prostaglandine. Questo è stato il primo studio che ha accertato un effetto di cui si parlava da tempo ma che non era ancora stato dimostrato. (3)

Il ciclo mestruale doloroso, o dismenorrea, è caratterizzato da: dolore addominale (spesso molto intenso), mal di schiena e talvolta mal di testa, nausea e diarrea. (4)

I dolori mestruali vengono distinti in dismenorrea primaria (detta anche intrinseca, essenziale o idiopatica) e dismenorrea secondaria. Nel primo caso, quello più frequente, i sintomi non riconoscono una causa organica evidente, mentre nel secondo sono la conseguenza di anomalie o alterazioni degli organi genitali interni. (4)

La dismenorrea primaria si manifesta in genere uno o due anni dopo la comparsa del menarca e scompare quasi sempre dopo la prima gravidanza. È legata ai cambiamenti ormonali dovuti ai cicli ovulatori e, in particolare, ad un’eccessiva produzione di prostaglandine (sostanze che provocano contrazioni spastiche e dolorose dell’utero). (4)

La sintesi di prostaglandine a livello endometriale è modulata dal progesterone e aumenta quando i livelli ematici di questo ormone crollano in fase premestruale. (2)

I contraccettivi ormonali, abolendo la ciclicità ovarica, contrastano i meccanismi alla base dell’aumentata liberazione di prostaglandine. Inoltre, la riduzione della quantità del flusso mestruale e delle prostaglandine prodotte a livello endometriale, causa una riduzione del dolore legato alle contrazioni uterine. (2)

I contraccettivi ormonali combinati a base di Clormadinone acetato sono particolarmente adatti per l’effetto diretto di questo progestinico sulla sintesi delle prostaglandine. (2)

Sanguinamenti mestruali abbondanti e pillola

Il “sanguinamento uterino disfunzionale” è una perdita mestruale eccessiva, protratta o frequente. La consultazione del medico avviene in base alla percezione soggettiva di flusso mestruale copioso oppure in caso di perdite mestruali in periodi in cui queste non dovrebbero verificarsi. (5)

Tra gli effetti non contraccettivi degli anticoncezionali estroprogestinici è ben noto un ridotto sviluppo dello spessore endometriale rispetto alla proliferazione che si osserva nei cicli “spontanei”. (5)

Nonostante la somministrazione di contraccettivi orali sia pratica diffusa e ritenuta di discreta efficacia per ridurre l’entità delle perdite mestruali, essa si basa essenzialmente su osservazioni empiriche e dovrebbe essere raccomandata – fatte salve le controindicazioni (obesità, ipertensione, fumo) – principalmente nel caso sia contemporaneamente richiesto un effetto anticoncezionale. (5)

La prescrizione di progestinici, sia per via orale che tramite l’inserimento di dispositivi uterini, è il provvedimento più diffuso per le donne che lamentano un eccessivo sanguinamento mestruale.

Il loro impiego è ampiamente utilizzato per indurre uno sfaldamento mestruale controllato in donne con disturbi ovulatori che altrimenti, in assenza di luteinizzazione, svilupperebbero sanguinamenti irregolari da sfaldamento dell’endometrio esposto alla sola azione proliferativa degli estrogeni. (5)

Sindrome premestruale e pillola

La sindrome premestruale (PMS), che può interessare fino al 30-40% delle donne in età riproduttiva, ha un’eziopatogenesi ancora poco nota, in cui però giocano sicuramente un ruolo fondamentale le fluttuazioni cicliche degli ormoni ovarici e la loro modulazione sull’azione di neurotrasmettitori nel sistema nervoso centrale. (2)

Il Royal College dei ginecologi inglesi, ha pubblicato sull’International Journal of Obstetrics and Gynecologysts, le nuove linee guida sul trattamento della sindrome premestruale. (7)

Gli esperti anglosassoni hanno fatto il punto sulla pillola anticoncezionale, cura di “prima scelta” per mettere alle corde la sindrome premestruale, consigliando il ricorso ad alcuni contraccettivi di ultima generazione.

Caratteristica di questa sindrome sono anche i disturbi gastro-intestinali (pancia gonfia, diarrea, stitichezza, coliche e crampi addominali) e /o cefalee.

Fastidi che compaiono in una precisa finestra temporale: 6-10 giorni prima dall’arrivo del ciclo e tendono a scomparire non appena il flusso prende il via. (7)

Le motivazioni sono strettamente correlate alle fluttuazioni degli ormoni del ciclo che influiscono sul metabolismo della serotonina, neurotrasmettitore che mantiene stabile l’umore. (7)

La pillola anticoncezionale viene considerata la cura ideale ma come sottolineano gli esperti, occorre orientarsi su un contraccettivo orale specifico. (7)

Iperandrogenismo e pillola

L’iperandrogenismo è una condizione che si verifica quando vi è un’eccessiva produzione di ormoni maschili, in particolare di testosterone, da parte delle ghiandole endocrine, surreni e ovaie.

Questa condizione può avere molteplici cause e conseguenze e va senza dubbio indagata perché può compromettere anche la fertilità femminile. Gli ormoni androgeni in piccola percentuale vengono normalmente prodotti anche dalle donne, ma solo quando il loro livello aumenta eccessivamente nel sangue allora è sempre sintomo di una qualche disfunzione per lo più a livello ovarico. (7)

Tra le principali cause dell’iperandrogenismo troviamo la Sindrome dell’Ovaio Policistico o PCOS, ipotiroidismo, iperplasia surrenalica congenita ecc…

I sintomi possono essere più o meno accentuati, a seconda della quantità di ormoni maschili in eccesso, ma in genere le pazienti possono manifestare:

  • Disturbi della pelle tra cui alopecia androgenetica, irsutismo e acne
  • Alterazioni del ciclo mestruale e infertilità
  • Aumento ponderale, con particolare distribuzione dell’adipe nella zona addominale
  • Sindrome da insulino-resistenza, alti livelli glicemici, rischio diabete
  • Nei casi più gravi si presenta anche evidente virilizzazione, con abbassamento o della voce, aumento della massa muscolare e riduzione della massa mammaria. 

Tutti i Contraccettivi ormonali combinati (COC) sono in grado di antagonizzare l’iperandrogenismo per l’effetto sulla secrezione di gonadotropine ipofisarie e per l’effetto degli estrogeni sulla sintesi epatica di Sex Hormone Binding Globulin (SHBG), che lega gli androgeni circolanti, riducendone la biodisponibilità.

Oltre a questi meccanismi generali, l’azione antiandrogenica dei COC è condizionata dal tipo di progestinico, che può agire competendo con gli androgeni circolanti per l’affinità sia con il recettore androgenico sia con l’SHBG. Sono preferibili i COC contenenti progestinici di terza generazione. (2)

Ovviamente bisogna sempre tenere conto che la pillola non è un farmaco da autoprescrizione e la scelta è esclusivamente effettuata dal medico che in base alle problematiche della paziente sceglie l’opzione di trattamento più idonea.

FONTI

[1] Pillola anticoncezionale: quali benefici
[2]Raccomandazioni sull’utilizzo appropriato della contraccezione ormonale
[3] Dolori mestruali
[4] La terapia della dismenorrea
[5] Sanguinamento mestruale eccessivo
[6] Sindrome premestruale: come combatterla con la pillola
[7] Iperandrogenismo femminile: cause, sintomi e cura